la mia filosofia

Una visione ampia del concetto di bellezza

Da queste parole avrete capito che perseguo un concetto molto ampio di bellezza, per cui l’estetica diventa un momento di riflessione, un’armoniosa fusione tra interno ed esterno.
Nella mia visione – nella mia filosofia, come amo definirla – la bellezza non ha nulla a che vedere con la ricerca “dell’attimo fuggente” o con i “like sui social”; insomma, non ha nulla a che vedere con esteriorità, consumismo, esibizione o adeguamento a modelli vuoti e convenzionali.
Al contrario, nella mia ottica, la bellezza è una necessità vitale, una ricerca di equilibrio e benessere profondo, interiore che si inserisce nel percorso di vita creando una piena armonia tra salute e longevità, tra mente e corpo, tra immagine interiore ed esteriore.
Perché, sia chiaro: la bellezza è slegata dal tempo ed ogni età è quella giusta per sbocciare al meglio.

La bellezza come elisir di lunga vita

Sentirsi belli è un elisir di lunga vita, migliora l’umore, dona sicurezza, aumenta l’autostima. Piacersi più che piacere è essenziale per avere un rapporto sano e positivo con noi stessi e con gli altri. Perché, se è vero che ricchezza interiore e profondità d’animo sono alla base del nostro fascino; è altrettanto vero che un aspetto curato funge da cassa di risonanza del benessere psicologico e genera buonumore in noi e in tutti coloro che ci circondano, tanto nella vita privata, quanto in quella lavorativa. Dunque, prendersi cura del proprio aspetto è salutare per il corpo e per la mente, diventando una vera e propria fonte di energia e vitalità.

Le reazioni fisiologiche

Del resto, si tratta di comprovate reazioni scientifiche. Quando siamo contenti, di buon umore, aumentano i livelli di serotonina ed endorfine, che ci fanno sentire più sereni, calmano la fame nervosa, rendono il sonno regolare e attenuano i piccoli fastidi legati all’età. Si rinforza anche il nostro sistema immunitario, con una maggiore produzione di anticorpi e il rilascio nella circolazione di importanti sostanze, le citochine.

Il ruolo della medicina estetica

La medicina estetica costituisce un potente alleato per il conseguimento di un armonioso rapporto con se stessi e con il proprio corpo; dal momento che la medicina estetica autentica, ovvero praticata deontologicamente, non insegue modelli prestabiliti, ma valorizza le nostre irripetibili individualità.
Secondo la mia filosofia: la vera Medicina Estetica, quella con le iniziali maiuscole: rifiuta gli stereotipi, per far emergere i punti di forza dei singoli individui, andando ad esaltare quelle peculiarità che rendono ogni persona assolutamente unica.

Filler nascosto
Filler Nascosto con la paziente

Il medico estetico: un laureato in medicina con un sensibilità artistica

Secondo la mia filosofia, il Medico Estetico oltre ad essere un dottore in piena regola, deve sviluppare altre capacità, di carattere umanistico più che scientifico. Il buon medico estetico deve necessariamente essere dotato di una grande sensibilità artistica e, nello stesso tempo, empatica per entrare in sintonia con i pazienti e coglierne subito i punti di forza e di debolezza. In altre parole, il medico estetico deve essere dotato di una delicatissima e profonda sensibilità umana e di un altrettanto pronunciato gusto estetico per valorizzare al massimo e nel modo meno invasivo possibile le persone che ha di fronte.

La filosofia della medicina estetica EMOZIONALE

Oggi, la medicina estetica più all’avanguardia agisce a livello emozionale. Il paziente, anziché focalizzarsi sui singoli “difetti” esprime una o più emozioni guardando il suo viso allo specchio e il medico suggerisce come agire tecnicamente per trasformare le emozioni negative in sensazioni positive.
Crucciarsi per una rughetta non ha senso, ciò che conta è l’espressione del viso, i volumi, le proporzioni, l’aspetto generale che colpisce gli altri al primo sguardo.
Nessuno ci osserva con un microscopio per scovarci i difetti. Per chi ci sta intorno conta ciò che esprimiamo, nel connubio tra immagine e modo di essere. Ed è su questo che dobbiamo lavorare: sull’empatia. Il sorriso, la gentilezza, uno sguardo accogliente.ionale.

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